L’accessibilità aiuta il business
Oggi l’accessibilità è diventata non solo un dovere a livello legale e morale, ma anche… una strategia di marketing.
In effetti, sono tantissimi gli shop o le aziende che si domandano se investire o meno nel settore, ma la risposta è, per tanti motivi e per diversi punti di vista, sempre la stessa: sì.
L’accessibilità crea, infatti, nuovo business, nuove entrate, nuovi clienti: non solo tra i disabili, che si sentono più tranquilli di poter varcare determinate soglie in tutta sicurezza, godendo anche di una considerazione che, altrove, non trovano, ma anche tra i normodotati sensibili all’argomento, per qualsivoglia motivo, che si ritroveranno davanti un esercizio commerciale che non è rimasto indifferente al problema disabili.
Potrebbe sembrare poco, ma non lo è.
Anzi, si potrebbe quasi dire che “una rampa ti salva l’attività“, visto che è capace di creare visibilità, di attirare l’attenzione, di generare seguito e, magari, imitazione da parte di altre realtà commerciali.
Un esempio, tutto italiano, ci arriva proprio dal progetto “Emilia Romagna Senza Frontiere“.
Emilia Romagna Senza Frontiere
In Emilia Romagna, nel centro storico (come accade per tantissimi centri storici italiani), l’accessibilità è veramente ridotta a causa dei vincoli architettonici creati dagli edifici costruiti in altre epoche.
Così, su disponibilità del Comune, è stato possibile richiedere, gratuitamente, un vero e proprio “kit del negozio accogliente”, contenente: una rampa mobile, richiudibile e trasportabile (o altra attrezzatura similare), una vetrofania per la riconoscibilità del “negozio accogliente” e un documento contenente le linee guida utili a migliorare accoglienza e professionalità. Inoltre, viene offerto un servizio gratuito di consulenza sul benessere ambientale, sui problemi legati alle barriere architettoniche sopracitate e all’accessibilità in generale. Insomma, una sorta di corso di formazione con materiale fornito senza impegno economico, previsto, per il momento, per aiutare 50 attività a dare il buono esempio, attraverso un investimento di 20mila euro.
Quello che ci auguriamo è che non solo la regione Reggio Emilia riesca a ispirare tutto il resto d’Italia, ma che si investa sempre di più e con cognizione in questo senso, per rendere il quotidiano dei disabili, e di chi li accompagna, sempre più accessibile.
In un panorama del genere, in fondo, ci guadagnano tutti e i disabili si rivelano, ancora una volta, indirettamente, una risorsa per le aziende!
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