La Rai per la disabilità
“Questo programma è sottotitolato alla pagina 777 di Televideo“: quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase, alla Tv, oppure ci siamo ritrovati davanti al TG Lis per i non udenti?
Poco ma sicuro, in entrambi i casi eravamo nell’ambito dei canali RAI. L’impegno della rete televisiva nei confronti dei disabili, infatti, non è mai stato messo in dubbio, soprattutto paragonato a quello (quasi inesistente) relativo ad altre realtà televisive. Inoltre, è sempre la RAI a mandare in onda, in contesto di Olimpiadi, anche le Paralimpiadi, riscuotendo l’approvazione del pubblico ed anche collezionando un gran numero di ascolti di fedeli spettatori.
La disabilità non è mai stata tabù ma, anzi, sempre partecipe anche di moltissimi programmi d’intrattenimento dell’azienda radiotelevisiva, ma i passi in avanti da fare sono ancora tanti e vanno ben studiati e strutturati; perché se, oggi, i non udenti hanno un punto di riferimento importante in ambito televisivo, non si può dire lo stesso, ad esempio, per i non vedenti.
Il Corriere della Sera, nella sua sezione InVisibili, vede nel prossimo 10 Luglio una possibilità per effettuare questo balzo verso il futuro: ci saranno, infatti, le votazioni della Camera dei Deputati e Senato per il nuovo Consiglio di Amministrazione RAI. Alla “chiamata” hanno risposto in 236, i cui curricula sono consultabili online, anche se in pochissimi dimostrano di avere le skills giuste per questo tipo di step.
Gli appartenenti al settore sperano nella scelta per Luca Mattiucci, giornalista, libero docente universitario, esperto di comunicazione sociale e management e volontario della protezione civile; tutto, a soli 36 anni. Scrive, inoltre, all’interno di un blog personale del suo impegno nel sociale, rivolto anche proprio verso i disabili e chiacchierando apertamente con il pubblico, aperto a suggerimenti e consigli per una eventuale gestione di questi cambiamenti all’interno delle reti televisive del servizio pubblico. L’idea è quella di coinvolgere anche la piattaforma RaiPlay, presente online, per dare vita ad audiodescrizioni e sottotitolazioni che possano essere d’aiuto in un Paese che non ha riconosciuto, come tutto il resto dell’Europa (tranne il Lussemburgo), la LIS (Lingua dei Segni Italiana) come lingua ufficiale.
Insomma, come sempre succede, ci si rende conto che in Italia sono ancora tanti i temi da trattare, i tabù da scardinare e le iniziative da valutare, per fare in modo che un Paese civile come il nostro sia anche inclusivo di tutti, ma davvero tutti, i suoi abitanti.