La guida alla perfetta attività commerciale accessibile
Negli ultimi anni la lotta all’accessibilità, in Italia, è diventata una missione di molti, non solo per una questione di norme e leggi, ma anche per offrire ai cittadini disabili un salto qualitativo di vita: tra l’altro, abbattere le barriere architettoniche, installare sistemi ausiliari e ripensare edifici, location di vario tipo e attività commerciali in funzione di chi è portatore di handicap, oggi, è in qualche caso anche più semplice, poiché si può avere accesso a degli incentivi e ad alcune detrazioni fiscali che snelliscono il costo delle spese previste per questi interventi.
Ma c’è di più, perché abbiamo anche visto come fare scelte di questo tipo – ove possibili – risulti un’ottima strategia di marketing, poiché la credibilità e l’immagine della propria azienda ne viene automaticamente migliorata a livello generale, traducendosi in una nota positiva per l’intera attività.
Ma come realizzare la perfetta accessibilità? Quali linee guida si devono seguire? Ecco qualche consiglio.
Universal Design: progettazione senza barriere
È partita dall’architetto Ronald L. Mace della North Carolina State University l’idea di coniare un termine efficace che identificasse, a livello internazionale, una moderna metodologia progettuale per edifici, prodotti e ambienti accessibili per tutti.
I principi fondamentali su cui si basa quello che è stato definito l’Universal Design sono 7:
- Equità (di utilizzo);
- Flessibilità;
- Semplicità (utilizzo intuitivo, facile da capire per chiunque);
- Percettibilità (trasmissione delle effettive informazioni sensoriali);
- Tolleranza all’errore (minimizzare i rischi e gli imprevisti);
- Contenimento dello sforzo fisico (utilizzo con minima fatica);
- Misure e spazi sufficienti (per la fruizione da parte di chiunque, anche di coloro che utilizzano ausili molto ingombranti).
La città di Ferrara ha promosso questo documento e, attraverso di esso, ha fornito delle linee guida per tutti coloro che hanno voglia di intraprendere questo percorso relativamente alla propria attività. Ampliando e rendendo specifici i principi prima elencati, ha messo il focus su:
- parcheggi CUDE (Contrassegno Unico Disabili Europeo) nelle immediate vicinanze della struttura coinvolta, con relativa segnaletica ed eventuali coperture sia del sito che del percorso;
- segnaletica esterna con caratteri ingranditi, buon contrasto dei colori, mappe tattili e guide naturali di orientamento;
- ingressi e uscite di sicurezza fruibili da tutti, con pedane e rampe – che permettano il superamento, ad esempio, di dislivelli e gradini – e porte leggere da manovrare, dotate di pratico maniglione antipanico o aperture automatiche;
- spazi interni e percorsi liberi da ingombri di qualsivoglia natura (tappeti, vasi, oggetti vari) dotati di indicazioni che servano ai disabili per orientarsi, con tavoli, banconi ed eventuali interruttori/pulsantiere facilmente raggiungibili;
- bagni attrezzati per tutti, differenziati per uomo e donna, meglio se provvisti di sensori per i rubinetti e porte scorrevoli;
- eventuali camerini di prova sufficientemente ampi per ospitare anche le carrozzine, dotati di sistema di chiusura a tenda piombata e di almeno una seduta.