Inclusione a 360 gradi: disabilità e gite scolastiche
di Silvia Semonella
Molte sono le scuole che, già dai primi giorni primaverili, cominciano ad organizzare gite ed escursioni per offrire ai ragazzi giornate didattiche alternative.
Può capitare che in diverse classi ci siano studenti disabili; come bisogna comportarsi in questi casi?
Nessuna discriminazione
Secondo il Miur, il tutto dovrebbe prevedere un’inclusione a 360 gradi, come spiegato in una nota del 2012: “L’effettuazione di viaggi di istruzione e visite guidate deve tenere conto dei criteri definiti dal Collegio dei docenti in sede di programmazione dell’azione educativa e dal Consiglio di istituto o di circolo nell’ambito dell’organizzazione e programmazione della vita e dell’attività della scuola”.
A ciò si aggiunge un’altra nota del 2002; entrambe, in sostanza, chiariscono molto bene la posizione del Ministero: i viaggi d’istruzione devono essere – per tutti i ragazzi – un’occasione di formazione, integrazione e condivisione, durante i quali nessuno deve essere escluso o discriminato.
È chiaro, quindi, che le gite scolastiche debbano essere pianificate nei minimi dettagli, fornendo a tutti gli scolari le stesse possibilità partecipative: bisogna organizzare il tutto con grande anticipo, ricercare strutture ricettive inclusive e programmare nel dettaglio le attività, assicurandosi che nessuno venga lasciato in disparte.
È necessario, quindi, mettersi nelle condizioni di poter sopperire a qualsiasi imprevisto, come la mancanza del necessario docente in più (non per forza di sostegno) che, ad esempio, è sostituibile anche con un genitore.
D’altro canto, la riuscita di queste attività è responsabilità soltanto dell’istituto e del corpo docenti che, dal ’99, godono di totale autonomia nell’organizzazione e nella gestione di queste giornate che rientrano, oltretutto, nelle normali attività didattiche.
Ovviamente, così come hanno il diritto di partecipare tutti gli studenti, disabili e non, così i docenti godono della libertà di poter rifiutare a prendere parte a queste iniziative. L’importante, come anticipato, è coordinare il tutto in largo anticipo, in modo da poter attuare un piano di riserva oppure, al massimo, annullare la giornata se anche solo uno studente non avesse la possibilità di partecipare, per non commettere atti discriminatori.