Controlli più severi per la segregazione delle persone con disabilità
“Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche assicurando che:
a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione;
b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione;
c) i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni“.
Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità
Sebbene, di diritto, i disabili dovrebbero avere accesso a tutta una serie di agevolazioni che consentano loro di condurre una vita in piena libertà di scelta, di movimento e di arbitrio, la verità è che sono tantissime le realtà dove tutto questo non solo manca e non viene garantito, ma sfora addirittura nell’abuso.
Maltrattamenti e segregazione
Anziani e disabili sono spesso al centro della cronaca, purtroppo, per alcune vicende poco encomiabili che vedono protagonisti operatori e gestori di strutture adibite al loro pensionamento, ma anche parenti e caregiver.
Situazioni dove persone incapaci di potersi difendere vengono maltrattate, percosse, malnutrite oppure restano segregate a vita tra carrozzine, sedie e letti da ospedale, senza l’agio di potersi spostare dalle mura domestiche o di poter fare una passeggiata, prendere aria fresca, scaldarsi sotto i raggi del sole.
Un’evidenza di cose che si sospetta riguardi molti più casi di quelli venuti alla luce grazie alle denunce e agli articoli di cronaca e che preoccupa molto chi ha a cuore la salute psicofisica di chi vive condizioni di handicap e disabilità.
L’impegno del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
Lo scorso anno, un primo significativo segnale, in questo senso, è arrivato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che si occupò di dare vita ad una conferenza incentrata sull’argomento della segregazione, con l’obiettivo di liberare i disabili reclusi in situazioni inumane e degradanti, individuare le strutture segreganti, optando per chiuderle o convertirle, e delineare nuovi modelli inclusivi di servizi e sostegni per la vita “domestica” dei disabili.
Sull’eco di questa iniziativa, quest’anno, il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha organizzato un incontro con la stampa per parlare delle strutture adibite per ospitare i disabili.
Contestualmente a questo evento è stata presentata la mappatura di tutte queste realtà, realizzata appositamente per monitorarle e rivelarne eventuali cattive conduzioni, grazie ad un protocollo di collaborazione con L’Altro diritto – Centro di ricerca interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo delle migrazioni (Firenze) e con il CeRC (Centre for Governmentality and Disability Studies “Robert Castel” – Napoli).
Statistiche
Secondo i dati riportati dalla FISH durante la conferenza 2017, in effetti, sarebbero 273.316 le persone con disabilità ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, di cui oltre l’83% sono anziani non autosufficienti che, nella quasi totalità dei casi, vivono in strutture inadeguate.
Nel 2016 i Carabinieri sono dovuti intervenire in 114 casi di maltrattamenti, 68 di abbandono d’incapace, 16 di lesioni personali e 16 di sequestro di persona: uno scenario davvero agghiacciante, a cui si uniscono altre realtà più subdole, come la separazione, l’isolamento, la contrazione delle elementari libertà individuali, dove i disabili e gli anziani perdono il ruolo di “persone con diritti” e diventano “malati ospedalizzati” (parliamo anche di affetti da disturbi mentali oltre che di chi soffre di handicap motori).
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